Il magazine della cooperativa sociale Proges

Calano in Italia i servizi per la prima infanzia (-2,9%)

Sono attivi sul territorio nazionale 13.542 servizi per la prima infanzia, quasi 300 in meno rispetto all’anno precedente (-2,1%). I posti complessivi sono 350.670, di cui il 49% all’interno di strutture pubbliche, con un saldo negativo di circa 10.600 posti (-2,9%).

Sono questi i dati che emergono dall’ultimo report dell’Istat “Offerta di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia. Anno scolastico 2020/2021” (scarica il report), che evidenziano che i servizi educativi per la prima infanzia, così come gli altri segmenti del comparto dell’istruzione, dal 2020 abbiano risentito dell’impatto della pandemia da Covid-19, che ha comportato periodi di chiusura delle strutture e interruzioni della frequenza da parte di molti bambini.

«Tale flessione – si spiega nel documento – introduce una discontinuità rispetto ai graduali incrementi degli anni precedenti, ottenuti anche con il supporto di specifici interventi di rafforzamento. La contrazione dell’offerta ha interessato più il settore pubblico (-4,8%) rispetto al privato (-1,1%) e sembra collegata, più che alle chiusure definitive delle strutture, alla temporanea inattività dei servizi per l’anno educativo 2020/2021, per un totale di oltre 7mila posti (di cui il 71,5% pubblici) autorizzati al funzionamento ma non disponibili».

 

Ali per il futuro: da esperienza progettuale a pratica educativa

 

Secondo i dati del report, il calo ha interessato meno i nidi d’infanzia (-1,4%), componente più tradizionale e principale dell’offerta (65,8%). Leggermente più consistente (-2,8%) il decremento per le sezioni primavera, che rappresentano il 19,6% dei servizi complessivi e accolgono bambini dai 24 ai 36 mesi, generalmente all’interno delle scuole d’infanzia. I servizi integrativi per la prima infanzia (spazi gioco, centri per bambini e genitori e servizi educativi in contesto domiciliare), che completano l’offerta con il 14,6% dei servizi disponibili, sono quelli che hanno fatto registrare la riduzione maggiore (-17,2%).

«Nonostante la lieve contrazione dell’offerta, la percentuale di copertura dei posti rispetto ai residenti tra 0 e due anni di età è rimasta pressoché stabile per effetto del calo delle nascite e della conseguente riduzione dei potenziali beneficiari del servizio: per il complesso dei servizi educativi si è passati dal 27,1%i dell’anno educativo 2019/2020 al 27,2% del 2020/2021. Tale parametro si conferma sotto l’obiettivo definito dal Consiglio europeo di Barcellona nel 2002, da raggiungere entro il 2010, pari al 33% di copertura dei posti rispetto ai bambini».

 

 

Il report mette in luce, fra l’altro, la permanenza di forti divari territoriali a sfavore delle famiglie residenti nel Mezzogiorno e nei Comuni più piccoli. Il Nord-est e il Centro Italia, alla fine del 2020, consolidano la copertura dei posti disponibili rispetto ai bambini sotto i tre anni sopra il target europeo del 33% (rispettivamente 35% e 36,1%); il Nord-ovest è sotto l’obiettivo ma non è distante (30,8%), mentre le Isole (15,9%) e il Sud (15,2%), che pur registrano un lieve miglioramento, sono ancora lontani dal target.

A livello regionale i livelli di copertura più alti si registrano in Umbria (44%), seguita da Emilia Romagna (40,7%) e Valle d’Aosta (40,6%), Toscana (37,6%) e Provincia Autonoma di Trento (37,9%). Anche il Lazio e il Friuli-Venezia Giulia dal 2019 hanno superato la soglia del 33% (rispettivamente 35,3% e 34,8%); in coda Campania e Calabria, ancora sotto il 12%.

Ultime notizie

Contact Us