Il magazine della cooperativa sociale Proges

Chiara Zoni è la nuova coordinatrice pedagogica di Proges. INTERVISTA

Ha iniziato il suo percorso come educatrice in una scuola dell’infanzia della cooperativa. Negli anni ha unito all’esperienza quotidiana la voglia di crescere, formarsi e approfondire i temi dell’educazione e della cura.

La sua competenza è cresciuta insieme alla fiducia dei bambini, colleghe e famiglie.

Oggi, dopo un cammino professionale e umano, Chiara Zoni, 34 anni, è la nuova coordinatrice pedagogica di Proges. Continua a credere che l’educazione sia un lavoro fatto di ascolto, empatia e responsabilità.

La sua storia racconta quanto valore possa nascere quando si cresce dentro una comunità cooperativa.

L’abbiamo intervistata.

Chiara, quando sei entrata in Proges?

Nel 2015 come educatrice nel nido e scuola dell’infanzia Arcobaleno di Alberi. Poi ho lavorato nella scuola dell’infanzia Tartaruga, quindi come educatrice e coordinatrice interna al nido/scuola dell’infanzia privato San Donato ad approccio montessoriano. Proges mi ha dato l’opportunità di frequentare un corso di formazione presso l’associazione Opera Nazionale Montessori di Brescia. Mi ha fatto riflettere sul rispetto dei tempi e dei bisogni del bambino, favorendone l’autonomia e lo sviluppo naturale. Centrale è la preparazione dell’ambiente e l’uso di materiali specifici che stimolano l’apprendimento attivo. Questo corso mi ha anche insegnato che l’autonomia deve essere assicurata al bambino che esplora in libertà gli spazi, con l’adulto che sta un passo indietro a fare da regista.

Per un anno ho lavorato nella scuola Primavera per poi essere chiamata a svolgere la funzione di coordinatrice pedagogica.

Qual è il ruolo del coordinatore pedagogico?

Supporta il personale dei servizi nella progettazione e nella realizzazione degli interventi educativi, favorisce il confronto con le famiglie, predispone occasioni di formazione, nell’ottica di promuovere e garantire la qualità dei servizi educativi per la prima infanzia.

L’anno scorso ho partecipato a un corso di specializzazione “case manager” in ambito socio-educativo presso la sede dell’ente di formazione Seneca. Mi ha fatto cambiare lo sguardo sulla conoscenza della rete sociale che c’è fuori dal servizio, che poi inevitabilmente vi entra. E’ aumentata la mia consapevolezza su ciò che può offrire il territorio per aiutare le famiglie e favorire l’inclusione. Oggi intercetto la fragilità con occhi più consapevoli.

Come è cambiato il tuo lavoro?

Prima ero in struttura sempre a contatto con famiglie e bambini. Oggi lo sono di meno, o meglio, lo sono in modo diverso. Spero di essere di aiuto e di supporto ai servizi e alle famiglie e di trovare la giusta chiave nelle situazioni che richiedono il mio intervento. AM

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