Il magazine della cooperativa sociale Proges

Il sentiero delle identità: giornata di lavoro del coordinamento pedagogico di Proges

L’agire educativo comporta delle soste.

E’ un bisogno vitale dell’essere umano fermarsi e pensare per interrogare le nostre idee. L. Mortari

Anche il ruolo del coordinatore pedagogico, oggi più che mai, è immerso in una quotidiana complessità pressante che richiede una presente attivazione di azioni efficaci, risolutive e, a volte, contingenti.

Tuttavia, come ogni ruolo educativo, anche il ruolo del coordinatore pedagogico necessita di pause e soste riflessive per interrogare il proprio agire.

 

 

Con questo obiettivo di fondo, lo scorso mese il GRP – Gruppo di Ricerca Pedagogica – ha organizzato per tutto il coordinamento della cooperativa Proges una “passeggiata autobiografica”. Un itinerario riflessivo in movimento per aprire e incoraggiare una sosta personale, un partire da sé, per poi confluire in un percorso collettivo, inter-soggettivo. Uno spazio di tempo e di respiro che, accompagnato dal pensiero riflessivo che caratterizza il lavoro educativo, ha permesso di riattraversare i percorsi professionali, le origini del lavoro, le sorgenti che lo nutrono e lo sostengono, le trasformazioni del contesto che chiamano oggi i coordinatori a ri-semantizzare l’identità e l’operatività del proprio lavoro.

La passeggiata autobiografica ha invitato, attraverso il movimento, il camminare e il riflettere, a vivere un momento introspettivo e di condivisione sull’identità professionale.

 

 

La giornata si è articolata attraverso tre tappe lungo luoghi significativi della città di Parma.

Durante ogni tappa il GRP ha proposto al gruppo sollecitazioni e suggestioni, attraverso letture poetiche, albi illustrati, video/provocazioni, chiedendo ai coordinatori una personale riflessione, partendo da una domanda generativa e una narrazione raccolta in un quaderno che ha preso la funzione di mappa e traccia dell’identità di ciascun*.

Durante la passeggiata i coordinatori avevano anche il mandato di catturare immagini significative. Queste immagini hanno poi composto una narrazione comune e visibile, evocativa, che ha permesso di concludere la giornata in una stanza immersiva.

 

 

PRIMA TAPPA – Parco Ducale
Le radici degli alberi, le radici della mia professione
Cosa mi ha mosso a scegliere di essere un/una coordinatore/trice pedagogica?

SECONDA TAPPA – Museo dell Pilotta
La bellezza della ricerca, l’estetica della mia professione
Cosa nutre il mio lavoro? Come nutro il mio lavoro? Quale la bellezza che nutre il mio interno professionale?

TERZA TAPPA – Le vie della città
Il campo di azione, la responsabilità della mia professione: il mondo
Quale immagine ho della società/del mondo/dell’oggi? Dell’intorno che mi circonda? Dove e come l’intorno mi chiama ad agire con la mia professione?

 

 

I coordinatori e le coordinatrici hanno avuto modo, così, di mettersi in ascolto, attraverso questi stimoli riflessivi, della loro identità professionale, per potersi riconnettere e dare senso all’agire quotidiano.

Il percorso, inoltre, è stato base per lanciare quello dello sviluppo organizzativo che l’intero coordinamento vivrà nei prossimi mesi con Francesco Liuzzi di Tebat.

Claudia Ciccardi
Gruppo di Ricerca Padagogica – Proges

 

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