Il magazine della cooperativa sociale Proges

La clownterapia entra nel pensionato San Francesco di Salsomaggiore… ed è un tourbillon di emozioni

Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità: abbracciarsi e fare il pagliaccio, trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti.

Queste parole del medico americano Patch Adams descrivono la clownterapia, detta anche “terapia del sorriso”, da lui per la prima volta sperimentata negli anni ’70. Essa è l’applicazione di tecniche di clownerie (improvvisazione teatrale, arte del clown, microprestidigitazione, musica) in ambito sanitario allo scopo di migliorare l’umore dei pazienti, familiari e accompagnatori e di alleviarne lo stato d’ansia e sofferenza. Gli effetti psicologici e biologici del riso e del buon umore incidono positivamente sulla riduzione della secrezione di ormoni da stress favorendo un benessere psico-fisico generale.

 

 

Adams e i suoi colleghi visitavano i malati e ricoverati vestiti da clown.

Una clownterapia “ante litteram” veniva applicata da Angelo Paoli, sacerdote carmelitano del 1600 beatificato nel 2010 anche per le sue molteplici attività caritative, che si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati.

Sulla scia delle tecniche del medico americano l’associazione di volontariato Vip, che oggi conta 68 soci formati attraverso dei corsi, opera da anni la clownterapia presso l’Ospedale Maggiore di Parma, l’Ospedale di Vaio, l’Ospedale di Monticelli Terme e RSA.

 

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Nei giorni scorsi i volontari di VIP hanno visitato il pensionato San Francesco di Salsomaggiore gestito dalla cooperativa Proges.

L’organizzatore della giornata è stato Diego De Castri, responsabile dell’animazione della struttura: “I volontari-clown coinvolgono gli anziani con canti popolari e il suono della chitarra. Tra una canzone e l’altra mettono in scena sketch che spesso richiamano temi dell’infanzia. Possono proporre partite di bowling con palle di spugna, imitazioni di animali, recite di poesia. Molto apprezzato è il gioco del ‘ponte tibetano’, realizzato con due lunghe corde all’interno delle quali gli anziani (che possono farlo) camminano a ritmo di musica. All’inizio gli ospiti sono timidi, alla fine partecipano alle attività con molto divertimento“.

L’ultimo progetto di clownterapia realizzato è “Amarcord”, che viene ripetuto nel pensionato una volta al mese con diverse modalità. Dopo il saluto iniziale con il canto, i volontari leggono alcune frasi di un libro che può interessare gli ospiti e trasmettere un messaggio positivo. Mentre leggono creano un fiore blu di cartapesta che regalano agli ospiti.

 

 

A un certo punto è cominciata a risuonare la canzone ‘La cura’ di Battiato in versione strumentale… un momento che ha fatto venire la pelle d’oca. I clown hanno regalato istanti di coccole agli ospiti accarezzandoli con dei foulard. Gli anziani sono rimasti increduli” ha raccontato Diego. “Alla fine gli ospiti si sono disposti in cerchio facendo ondeggiare con le mani un telo coi colori dell’arcobaleno al ritmo di un’atmosfera dolce di canti. Anche chi era partito restio si è lasciato andare, ha partecipato e si è divertito. Ancora un grazie agli amici di VIP. Grazie davvero.

Andrea Marsiletti

 

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