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“L’Abbraccia Storie” della RSA Adriano: un albero di legno, un intreccio di vite

Dal 27 maggio al 24 giugno, ogni martedì mattina, cinque ospiti della nostra RSA Adriano (Angelo, Roberto, Liana, Elisa e Giuliana) hanno dato vita a un’iniziativa che ha lasciato il segno, dentro e fuori dalla struttura: un laboratorio di falegnameria creativa che ha trasformato mani, legno e storie in un’opera collettiva piena di significato.

Il laboratorio si è svolto all’interno di Magnete e ha visto la partecipazione non solo dei nostri residenti ma anche di alcuni abitanti del quartiere e frequentatori dell’Atelier della Mente. Insieme, guidati dalla maestria e dall’umanità del falegname Luciano Molinari, hanno costruito qualcosa che è molto più di un oggetto: hanno costruito un albero, simbolo potente di radici comuni, relazioni e crescita condivisa.

Un albero fatto di legno… e di storie

I materiali utilizzati erano legni di recupero, ciascuno con le proprie venature, colori, profumi e una storia da raccontare. I gesti? Piccoli ma carichi di valore: c’è chi ha incollato, chi ha scartavetrato, chi ha assemblato. Ogni azione è diventata parte di un disegno più grande, fino a dare forma a “L’Abbraccia Storie”, il nome scelto da chi ha partecipato per rappresentare questo intreccio di storie, mani e vissuti.
Una volta completato, l’albero è stato donato con emozione alla RSA Adriano. Ora si trova al piano terra, all’interno del nostro luogo di culto, visibile e vivo, a ricordarci ogni giorno cosa può nascere quando si crea insieme.

 

 

Un evento pieno di calore (e storie)

Martedì 24 giugno abbiamo celebrato questo percorso con un pomeriggio speciale: una festa partecipata e calorosa che ha trasformato il nostro salone in un luogo d’incontro per familiari, amici, abitanti del quartiere e realtà coinvolte nel progetto.
Dopo il saluto iniziale e un simbolico taglio del nastro, i presenti hanno potuto esplorare tre “punti di avvicinamento” all’esperienza: un’area ristoro con bevande fresche, un mini workshop per provare alcune delle attività svolte durante il laboratorio, e uno spazio dedicato al gioco delle trottole, frutto di un precedente progetto di falegnameria.
A rendere ancora più viva l’atmosfera, la presenza dell’associazione Brut che ha portato alcune casette per uccelli dipinte con colori vivaci e dettagli curatissimi, ispirate a un loro quadro in esposizione. Le loro opere hanno aggiunto un tocco artistico e poetico all’allestimento.

 

 

Meraviglia e orgoglio

La partecipazione è stata sentita e autentica. Molti familiari, inizialmente incuriositi, si sono ritrovati immersi in un momento collettivo che ha lasciato tutti con il cuore pieno. “Ma come hanno fatto a realizzare una cosa del genere?” è stata la domanda più ascoltata. L’Abbraccia Storie ha stupito per la sua bellezza, ma soprattutto per ciò che rappresenta: la forza dell’incontro, della cura, del fare insieme.

Le radici di qualcosa che cresce

Questo progetto non è solo un ricordo: è un seme. Un seme di comunità, di partecipazione vera, di connessioni che continueranno a crescere. Proprio come è accaduto in passato con il FabLab, ci auguriamo che l’entusiasmo dei nostri ospiti continui a trovare spazio in nuove esperienze creative e coinvolgenti.
Ora il nostro albero è lì, con le sue radici ben piantate e i suoi rami aperti. A ricordarci che ogni storia, ogni gesto condiviso, può diventare parte di qualcosa di grande. Di qualcosa che resta.
Un sentito grazie a “Industria Scenica” e “Magnete” (organizzatori del progetto), “Adriano Sicura”, “Sii Acqua” e “Fondazione Cariplo” (per il fondamentale contributo).

Andrea Casiraghi

 

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