In un mondo in cui tutto corre sul filo di una connessione digitale, in cui ogni giorno siamo sommersi da trilli di notifiche, messaggi whatsapp, emoticon e parole storpiate inviate al volo, alla RSA Adriano di Milano è bastato un foglio bianco e una penna per rallentare il tempo e riaccendere sensazioni sopite da un po’.
Tutto è nato da un pensiero semplice, quasi nostalgico. E’ la Giornata Mondiale della Posta e dall’equipe multiprofessionale della residenza per anziani arriva un’intuizione: proporre a ogni ospite di scrivere e dedicare ai propri affetti una lettera d’amore.
«Non sono una figlia della tecnologia» racconta Laura Catena, educatrice professionale socio-sanitaria. «Sono affezionata alla carta e alla penna, scrivo ancora le cartoline. Mi piace l’idea di fermarsi, riflettere, aspettare. È qualcosa di intimo, che puoi conservare in un libro o nel cassetto del comodino. Così abbiamo pensato: perché non proporre agli ospiti di scrivere una lettera di ringraziamento o d’amore, a chiunque volessero? Anche solo al vicino di stanza.»
Da quel piccolo spunto, la posta della RSA Adriano ha iniziato a riempirsi di parole.
Sessantadue lettere scritte a mano, su 110 ospiti. Sessantadue storie, ricordi, “ti voglio bene”, pensieri rivolti non solo a figli, figlie e nipoti, ma anche ad amici e amiche, caregiver, vicini di casa.
«Non pensavamo fosse un lavoro così intenso» aggiunge Silvia Ferraretto, terapista occupazionale. «Abbiamo lavorato uno a uno con ogni ospite, e ogni lettera si è trasformata in un momento di intimità speciale. Sono uscite lacrime, riflessioni, ricordi di persone care. Alcuni hanno detto: “Io non ho nessuno a cui scrivere”, e allora le lettere sono diventate un modo per sentirsi comunque in relazione, per dire grazie anche a chi è vicino ogni giorno.»
Le lettere sono state appese su grandi cartelloni, come una piccola esposizione di sentimenti, e per una settimana familiari e amici hanno potuto ritirarle, leggerle, emozionarsi.
«Poi ci è venuta un’idea» continua Laura sorridendo. «Abbiamo costruito una cassetta della posta, con carta, penna e istruzioni. Volevamo dare la possibilità di rispondere. E così è stato.»
Qualche giorno dopo, la magia si è rinnovata: la cassetta si è riempita di lettere di ritorno, piene di affetto, adesivi colorati di nipotini e nipotine, parole di gratitudine. Laura e Silvia le hanno consegnate in silenzio, lasciando agli ospiti la privacy di un momento tutto loro.
«Ci sono state lacrime e sorrisi» racconta Silvia. «Ogni parola era una carezza. È stata un’esperienza davvero molto bella.»
Tra tutte, una lettera ha sorpreso l’équipe: un messaggio rivolto proprio a loro, da parte di una familiare.
«Era un ringraziamento per il nostro lavoro quotidiano» dice Laura, con emozione nella voce. «Ci ha toccato molto. Ci ha ricordato che anche le piccole cose, fatte con cura, possono essere grandi. E abbiamo ritrovato la bellezza di un gesto antico. Scrivere una lettera: una cosa piccola, ma dal valore immenso.»
Francesca Riggillo




