“Vogliamo portare innovazione e una nuova cultura dell’inclusione in Piemonte, che guardi al bambino a 360°, che non sia solo erogazione di ore di servizio. Il lavoro da fare è ancora tanto ma abbiamo già raggiunto alcuni obiettivi”.
In queste parole di Francesca Azzarà, coordinatrice territoriale dei servizi socio educativi della zona Piemonte, emerge chiaro l’obiettivo che la cooperativa Proges si è dato per un territorio in cui negli anni sta crescendo la sua presenza.
Il progetto di supporto educativo all’interno dei nidi e scuole dell’infanzia del Comune di Torino è forse il più rilevante che segui in Piemonte. A meno di un anno dalla gara, quali sono le valutazioni?
Ci siamo ri-aggiudicati il servizio nel 2022 in ATI con le cooperative sociali lombarde Aldia (con cui lavoriamo anche a Parma) e Progetto A.
Stiamo parlando della gestione di 250 casi.
Il servizio ha avuto una partenza difficile poichè solo il 30% del personale in forza alla cooperativa uscente è rimasto con noi e quindi siamo stati molto impegnati nel reclutamento del personale. Poi le attività si sono stabilizzate e oggi lavoriamo sugli aspetti qualitativi.
Vogliamo portare a Torino un’idea di inclusione differente. Alcuni frutti del nostro lavoro si vedono: l’educatore non è più un soggetto che lavora sul bambino ma sull’intero sistema che gli sta intorno composto da sezione, classe e famiglia. Agiamo sul progetto di vita inteso nella sua complessità.
Quali sono gli aspetti più qualificanti del servizio?
Potrei citarti la partecipazione degli operatori ai GLO, che sono i gruppi a cui aderiscono tutte le figure professionali coinvolte nel progetto individuale del bambino che definiscono gli obiettivi dell’intervento. Un elemento altrettanto positivo è la partecipazione della cooperativa, insieme all’Ufficio Inclusione del Comune di Torino, alla Commissione Integrata che assegna le ore educative. Il coinvolgimento del privato in questa fase è tutt’altro che scontato.
Infine sottolineo l’aspetto che, nel caso il bambino sia assente, l’educatore rimane comunque a disposizione della scuola per supportare la classe o altri bambini.
Poi gestite il coordinamento territoriale dei servizi territoriali della disabilità ad Alessandria…
Sì, è un servizio che abbiamo ereditato nella fusione con Policoop, poi rivinto, molto impegnativo. Il supporto educativo coinvolge tutte le scuole della città di Alessandria e dei Comuni limitrofi, dai nidi alle scuole superiori. E’ un lavoro difficile perchè richiede interventi frammentati, continue soluzioni a problemi e mediazioni con l’Ente appaltatore, il CISSACA (Consorzio Servizi Sociali Alessandria). Gestiamo circa 200 casi.
A ciò si aggiunge il servizio educativo territoriale della disabilità ad Alessandria e in altri Comuni della provincia. Esso consiste in interventi su bambini 0-14 a domicilio o nella creazione di reti con le risorse esistenti sul territorio (120 casi). Poi, sempre in città, gestiamo 20 posti un Centro diurno per disabili ultra 14enni.
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Per quanto riguarda i servizi educativi, qual è la presenza di Proges in Piemonte?
Nel 2012 il Consorzio Torno Infanzia, a cui aderiscono le cooperative Proges, Gulliver di Modena e Nuova Cooperativa e Frassati di Torino, ha ottenuto la concessione di cinque servizi 0-3 del Comune di Torino. Nel 2017 abbiamo vinto altri tre nidi. Oggi gestiamo 530 bambini. In città lavoriamo poi nei nidi della Musica e nel polo 0-6 Moby Dick. Nel nichelino, ovvero nella prima cintura di Torino, gestiamo i nidi Puccini e Cacciatori, a Moncalieri quattro nidi, un nido e due sezioni prmavera a Trofarello, i nidi di Bosco Marengo e Serravalle.
Quali progetti per il futuro di Proges in Piemonte?
Nell’area inclusione vorremmo investire nella pschiatria. Oggi non abbiamo alcun servizio.
E’ questa la prossima sfida. Crediamo di poter dare un contributo importante anche in questo settore.
Andrea Marsiletti