Proges si impegna da sempre a valorizzare la diversità e l’empowerment femminile. Per questo ha intrapreso un nuovo percorso per l’ottenimento della certificazione sulla parità di genere.
In questa fase, anche grazie a un questionario anonimo, la cooperativa sta cercando di fotografare la situazione attuale sui temi delle pari opportunità, della discriminazione, della conciliazione vita-lavoro e delle molestie nei luoghi di lavoro. Ci spiegano meglio di cosa si tratta e cosa comporta la certificazione Francesca Corotti, vicepresidente di Proges e Sara Vecli, direttrice del personale.
Francesca, Proges ha scelto di aderire alla certificazione sulla parità di genere. Perché e di cosa si tratta?
La certificazione è uno standard a cui le organizzazioni possono scegliere di aderire con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti relativi all’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, alla riduzione del divario retributivo e pensionistico fra uomini e donne, anche per ridurre la povertà femminile. Ma non solo. Serve a contribuire a promuovere la parità tra uomo e donna nel processo decisionale, contrastare gli stereotipi, la violenza di genere.
La certificazione recepisce le indicazioni dell’Unione Europea su queste tematiche ed è stata elaborata dal Dipartimento per le pari Opportunità.
L’obiettivo finale è quello di produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo nelle organizzazioni e di riflesso nella comunità.
Come mai questa scelta in una organizzazione come la nostra, dove la presenza femminile è già così alta?
Proprio per questo. La presenza femminile nella base sociale è predominante: quasi il 90% del personale occupato è costituito da donne. Proges è da sempre una realtà attenta al tema delle pari opportunità e, nel tempo, ha sviluppato politiche di genere significative, evolvendone progressivamente l’approccio.
Inizialmente, l’attenzione era rivolta soprattutto alla tutela, con iniziative di sostegno alla maternità come il riconoscimento del 100% dello stipendio durante il periodo obbligatorio di maternità — in anticipo rispetto all’attuale CCNL — e il rimborso delle visite mediche in gravidanza.
Successivamente, l’impegno si è orientato verso la conciliazione tra vita privata e lavoro, attraverso misure come il part time, lo smart working e le agevolazioni sulle rette dei nidi, pensate per contrastare l’abbandono lavorativo dopo la maternità.
Oggi, l’approccio si è ulteriormente evoluto, riconoscendo nel femminile un vero e proprio valore aggiunto per l’organizzazione e per la crescita collettiva.
Essere donna deve essere visto come una risorsa trasformativa, chiamata a partecipare alla cultura aziendale. Da qui sono nati progetti come “Ladies first, il valore del femminile in cooperativa”.
La certificazione di genere si inserisce quindi in questo percorso e ne rappresenta un passo ulteriore per assicurare una effettiva uguaglianza di genere relativa alla presenza e alla crescita professionale delle donne, valorizzando la cultura inclusiva e l’attivazione di processi in grado di sviluppare l’empowerment femminile. E naturalmente, oltre a questo, intendiamo contrastare ogni forma di discriminazione e violenza nelle relazioni di lavoro favorendo così il benessere di tutto il personale e generando impatti positivi reputazionali ed etici.
Quindi non è una certificazione che riguarda solo le donne.
Assolutamente. La parità di genere riguarda l’intera società in modo trasversale. Riguarda le donne e gli uomini e vuole valorizzazione l’intersezionalità tra il cosiddetto “fattore genere” e gli altri fattori di possibile discriminazione.
Abbiamo chiesto alla direttrice del personale in cosa consiste concretamente e cosa prevede la certificazione
In concreto, Proges si impegna a elaborare o integrare le proprie politiche specifiche sulla parità di genere e a renderle operative attraverso un piano strategico che incide in modo significativo nelle politiche di gestione delle risorse umane.
Non si tratta semplicemente di una dichiarazione di intenti: dovremo misurare continuamente la nostra performance su queste tematiche, garantendo l’adozione e l’aggiornamento di procedure e strumenti che connotino in senso qualitativo e che ne diano conto sulla base di indicatori chiave di prestazione quantitativi (KPI), che dovranno migliorare di anno in anno per poter mantenere la certificazione.
In particolare le procedure, sviluppate in relazione alla politica, saranno relative a diversi temi a partire dalla selezione e assunzione. Ma riguarderanno tutta la carriera e comprenderà l’equità salariale, la centralità dell’aspetto della genitorialità e cura, la conciliazione dei tempi vita-lavoro (work-life balance). Inoltre l’attenzione sarà rivolta alla prevenzione di ogni forma di abuso fisico e di molestia verbale o digitale sui luoghi di lavoro.
Chi si occuperà di tenere sotto controllo il sistema di gestione della Parità di genere?
Abbiamo istituito un organismo, il “comitato guida”, composto da diverse risorse della cooperativa. Ne facciamo parte sia io che Francesca, che ne è la presidente, oltre a Sara Lamanna Monserrat, consigliera d’amministrazione, Elisa Affanni, addetta ufficio Gestione Sistemi Integrati, Federico Dall’Asta, RSPP e Luca Rivara, addetto ufficio Risorse Umane. Il comitato guida si avvale della collaborazione di Gaetana Capelli, la responsabile del sistema di gestione per la parità di genere (RSGPG). Il comitato, tra le sue varie funzioni, avrà quella fondamentale della gestione delle segnalazioni, anonime e non, relative alle tematiche della parità di genere, effettuate dal personale.
Quali saranno i prossimi passi?
Abbiamo predisposto un primo documento, la “politica”, che esplicita gli impegni che Proges intende assumersi con l’adesione a questo standard e che sarà diffusa tramite il portale delle buste paga, a partire dal 15 ottobre, a tutto il personale con la prossima busta. Contestualmente sarà diffuso un questionario su queste tematiche. A tale proposito invito tutto il personale Proges a compilare il questionario, che sarà assolutamente anonimo. Ci sarà la possibilità di farlo fino al 22 novembre. Questo sarà un primo passo molto importante, perché ci permetterà di fare una prima fotografia dello stato di fatto nella nostra organizzazione, fondamentale per poter individuare le aree su cui sarà prioritario intervenire.