Ci sono gatti, anatre e fantasmi, una schiera di formiche colorate e tanti altri animaletti in sella a biciclette dalle grandi ruote. Sono i personaggi nati dallo spirito di osservazione e dalla creatività dei bambini e delle bambine del Nido Scuola La Gabbianella, a Reggio Emilia, impressi indelebilmente in un’opera di street art inaugurata nei pressi del parcheggio e della ciclabile che costeggiano il polo per l’infanzia.
Un tatuaggio urbano che fa da conclusione a A LUNGO RAGGIO, un percorso progettuale triennale incentrato sui temi della città e della mobilità sostenibile e che ha visto il coinvolgimento attivo di numerosi attori del territorio: dall’amministrazione comunale, in particolare l’assessorato alla partecipazione e l’assessorato all’ambiente nell’ambito del progetto di città collaborativa “Quartiere bene comune”, all’associazione Arci PICNIC! e Associazione 5T che hanno coinvolto la scuola in una serie di appuntamenti ecologici itineranti alla scoperta dei quartieri di Rosta e Buco del Signore.
Preziosissima inoltre la partecipazione dell’artista Giuseppe Vitale, con il quale i bambini hanno potuto dare vita ai personaggi dell’opera urbana, e l’enorme lavoro di sensibilizzazione, confronto e continuo scambio sulle buone pratiche di cittadinanza portato avanti dalle pedagogiste, dalle insegnanti e dall’atelierista de La Gabbianella insieme ai bambini e alle loro famiglie.
“L’opera è il risultato finale di un percorso a tappe molto entusiasmante: ho incontrato i bambini prima di partire per la Corea per un viaggio di lavoro e in quell’occasione abbiamo lavorato e ragionato sulla mobilità, su come rappresentarla poi graficamente. Mi hanno poi mandato i loro primi disegni che ho rielaborato rispettandone le particolarità, come ad esempio i raggi delle biciclette, le ruote o gli animali che popolano il parco della scuola, le formiche. Una sorta di tributo alle loro ricerche, al loro impegno e al loro desiderio di scoprire i luoghi che ci circondano” racconta Giuseppe Vitale.
Insieme all’artista i bambini e le bambine hanno inoltre avuto modo di cimentarsi con vernici e pennelli nella pittura di una parte di cordolo della ciclabile che costeggia l’ingresso della scuola. Un’attività spesso considerata “da adulti” ma che ha permesso ai piccoli studenti di scoprire i valori della cura e del rispetto, della partecipazione e, ovviamente, del divertimento.
“Il tatuaggio urbano vuole essere un campanello che ci ricorda le buone prassi e abitudini per rispettare il nostro pianeta. Ci aiuta a ricordare che la mobilità sostenibile può essere un atto di rispetto, un modo per conoscere e amare di più il nostro pianeta e il nostro territorio. E può essere una sollecitazione per tutti” dice la pedagogista Rita Paone ringraziando le famiglie e tutte le persone che hanno contribuite a dare luce e colore al progetto.
Iniziativa che nei mesi e negli anni precedenti si è srotolata in una serie di attività che hanno visto il coinvolgimento attivo dei bambini e delle famiglie alla scoperta della città e dei suoi abitanti in un’ottica ecologica e sostenibile. Ne sono da esempio la chiusura del parcheggio antistante la scuola durante la festa di fine anno unita all’affissione di cartelloni con regole e buone prassi sull’utilizzo dell’automobile e della bicicletta, ma anche uscite nel quartiere o nel centro città distribuendo “consigli salvapianeta” o fotografando i rifiuti abbandonati interrogandosi sugli atti di cura e rispetto da praticare per salvaguardare l’ambiente.
“Tutti gli appuntamenti e le attività organizzate in questi anni nell’ottica del progetto sono state gratuite: grazie ai fondi messi a disposizione dall’assessorato alla partecipazione di Reggio Emilia tramite gli Accordi di cittadinanza con le associazioni, le famiglie dei bambini de La Gabbianella non hanno pagato nulla. Dunque la loro risposta è stata molto positiva e i bambini hanno preso molto seriamente la questione della mobilità sostenibile: non sono stati rari i casi di bimbi che hanno chiesto ai loro genitori di accompagnarli a scuola solamente in bicicletta!” conclude Simona Borrillo dell’associazione Arci PINNIC! e mamma di bimbi frequentanti il servizio. FR