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Legami collaborativi nella scuola contemporanea: Parma riflette sull’esperienza delle équipe interprofessionali

Mercoledì 1 ottobre il teatro della scuola primaria Corazza ha fatto da cornice a “Legami collaborativi nella scuola contemporanea: l’equipe interprofessionale scolastica”, seminario promosso da Proges, LED Parma e Comune di Parma, MediaGroup98 e Consorzio di Solidarietà Sociale. Un pomeriggio di confronto molto partecipato, che ha riunito insegnanti, educatori, psicologi, mediatori culturali, facilitatori linguistici e pedagogisti per riflettere sull’esperienza delle équipe interprofessionali presenti per il terzo anno scolastico in 11 istituti comprensivi e 2 direzione didattiche di Parma.

Ad aprire l’incontro è stata l’assessora ai Servizi educativi Caterina Bonetti, che ha voluto ringraziare tutti i soggetti coinvolti ricordando l’importanza di fermarsi a riflettere su uno dei nodi centrali dell’educazione contemporanea: “Non più solo didattica di carattere ordinario ma davvero attività multiprofessionale a servizio del benessere dei ragazzi delle nostre scuole. L’idea è quella di guardare a quelle giovani generazioni non per fornire un servizio ma per dare delle opportunità che si concretizzano nella qualità della vita a scuola e nelle relazioni tra pari e con il mondo adulto. Questi sono momenti essenziali perché ci permettono di scambiarci opinioni ed esperienze che possono portare a miglioramento nel lavoro educativo”.

 

 

Dal racconto dei partecipanti è emersa con forza l’idea che l’équipe non sia la semplice somma di figure diverse, ma un intreccio vivo di sguardi che si influenzano a vicenda. Un’insegnante ha descritto con emozione la sensazione di non sentirsi mai sola: “Dove finiscono le mie competenze, io non finisco. Cominciano e s’intrecciano quelle di tutti gli altri. Questa cosa è rassicurante, perché ogni alunno è guardato e curato da più punti di vista. In questi anni il mio stesso mondo si è allargato e continuamente da loro imparo, crescendo professionalmente e umanamente”.

La collaborazione è stata raccontata come un bene comune che porta nuova energia dentro la scuola. Un’altra docente ha sottolineato il cambiamento vissuto negli ultimi anni: “All’inizio queste presenze erano percepite quasi come qualcosa di esterno. Oggi invece la loro continuità, la conoscenza dei ragazzi e del funzionamento della scuola rappresentano un valore aggiunto per noi insegnanti. Non è sempre facile, ma ci stiamo aggiornando insieme, condividendo metodologie e sradicando molti stereotipi. Anche noi insegnanti abbiamo bisogno di essere presi in cura”.

 

 

Il seminario ha offerto anche una riflessione più ampia sul senso di comunità grazie all’intervento del formatore e psicologo di comunità Davide Boniforti, che ha ricordato: “Ogni bambino ha diritto ad avere il suo spazio. Più professionalità mettiamo insieme, più possibilità offriamo ai nostri ragazzi. Collaborazione è centrale: se i ragazzi vedono la collaborazione poi la esercitano. Il senso di comunità nasce dall’appartenenza, dall’influenza reciproca, dall’integrazione dei bisogni e dalla condivisione emotiva. Creare contesti in cui le differenze possano incontrarsi è la vera sfida”.

Verso la conclusione è stato proiettato anche un video che ha dato voce agli studenti e alle studentesse, chiamati a riflettere sul significato della parola “collaborazione” e a raccontare le proprie esperienze quotidiane a scuola, sia nella relazione tra compagni sia nel rapporto con gli insegnanti. Nel filmato sono comparsi anche due giovani impegnati nel servizio civile con le cooperative Cabiria e Proges, che hanno offerto il loro contributo sul valore della collaborazione e sul legame tra scuola e comunità.

 

 

L’incontro si è chiuso con la consapevolezza che le équipe rappresentano una risorsa stabile e strutturale che ossigena la scuola, non solo rispondendo ai bisogni immediati, ma ridisegnandola come spazio democratico di relazioni e opportunità. Come ha ricordato una delle insegnanti, “ci troviamo ogni giorno a essere costruttori di futuro in un futuro incerto, ma sapere di avere accanto altri professionisti ci dà la forza di guardare avanti”.

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