Il magazine della cooperativa sociale Proges

Pedagogia e anziani nel corso di Alta Formazione all’Università Cattolica di Milano. Intervista alla prof. Marisa Musaio

I processi di invecchiamento e la ricorrenza di malattie croniche rendono la persona anziana esposta al rischio di non riuscire a conservare uno stato di benessere fisico, emotivo, psicologico ed esistenziale.

Per tali ragioni la vulnerabilità anziana richiede accostamenti professionalizzanti e interdisciplinari, con la collaborazione tra scienza medica, scienza pedagogica, scienze psicosociali, conoscenza della legislazione sociosanitaria, in vista di saper progettare interventi di aiuto e di promozione umana.

Formarsi alla relazione di aiuto per la persona anziana” è il titolo del corso di alta formazione dell’Università Cattolica di Milano presentato nei giorni scorsi in un convegno (leggi) e che inizierà il 3 maggio per terminare il 5 luglio 2024.

Il corso, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Proges, si rivolge agli operatori sociosanitari, infermieri, educatori, assistenti che lavorano quotidianamente con le persone anziane, affinché possano acquisire le conoscenze e le competenze dell’accompagnamento pedagogico e della formazione a una cura personalizzata e umanizzante.

Si prefigge gli obiettivi di comprendere le peculiarità dell’età anziana, fragilità e principali patologie degenerative; apprendere a esercitare il contatto e l’accostamento al corpo della persona anziana, esercitare la relazione di aiuto tra operatore e persona anziana; valorizzare e promuovere la relazione di accompagnamento alle famiglie; curare l’organizzazione e gestione dei servizi nelle residenze.

Abbiamo intervistato la coordinatrice del progetto, Marisa Musaio, professoressa associata di Pedagogia generale e sociale dell’Università Cattolica di Milano.

Qual è l’oggetto del corso?

Il corso nasce innestato nell’attività del dottorato di ricerca che Proges finanzia nell’ambito della pedagogia della persona anziana. Abbiamo trovato in Proges un interlocutore non soltanto efficace ma anche sempre molto attento alla ricerca. Avremo la possibilità di continuare la nostra collaborazione che in questo momento si realizza nel settore degli anziani.

La ricerca trova la pedagogia impegnata a mediare tra ambiti scientifici e figure professionali diversi che sono chiamati a collaborare. La figura anziana viene colta nella sua sfaccettata vulnerabilità e nella necessità di cura che deve essere aperta a un versante di umanizzazione in un contesto di assistenza socio-sanitaria o di sanitarizzazione.

Il corso ha un impianto interdisciplinare che vede la partecipazione dei pedagogisti esperti nella ricerca, formazione e attività nelle strutture per anziani come presenza principale.

I pedagogisti dialogano in modo molto stretto con l’ambito medico, in particolare con la scienza geriatrica, e con i servizi alla persona per cogliere tutte le opportunità offerte da un accostamento globale e multidimensionale alla persona. L’anziano viene considerato fragile non solo dal punto di vista fisico per la patologia di cui soffre ma anche delle emozioni e dello stato esistenziale.

Ricerca, istruzione e formazione sul campo devono procedere in modo condiviso.

Con quali criteri avete progettato il corso?

Il corso tiene conto della differenziata specializzazione del personale che abita i servizi che ci fa dire che c’è bisogno di alcuni paradigmi comuni nella relazione di aiuto e in quella di cura.

Lo abbiamo progettato e affinato considerando le necessità tanto dei dirigenti di coordinamento delle strutture quanto degli operatori che abbiamo ascoltato in focus group per trovare la modalità giusta per conciliare la formazione con le loro attività professionali. Abbiamo accolto la richiesta di formazione online prevedendo un momento finale in presenza di validazione e di coinvolgimento seminariale e di project work.

Andrea Marsiletti

 

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