Welfare aziendale, maternità e lavoro: dalle cooperative nuove risposte per sostenere le famiglie e ridurre i divari di genere
I Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia hanno ospitato, giovedì 20 novembre, un confronto pubblico che ha messo al centro una delle sfide più urgenti per il paese: sostenere le madri nel rientro al lavoro, favorire la natalità e costruire un equilibrio possibile tra vita professionale e familiare. L’iniziativa “Cooperazione: #RiParto dal benessere e dalle persone” ha riunito quattro realtà del mondo cooperativo – Proges, Consorzio Care Expert, Coopservice e Gulliver – che hanno raccontato il proprio impegno all’interno dell’avviso ministeriale #RiParto, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’incontro, che ha visto un’ampia partecipazione di socie e soci Proges, è stato guidato da Raffaella Curioni, presidente Quadir, arricchito dal contributo di Legacoop Emilia Ovest e Legacoop Estense, che hanno sottolineato come la cooperazione possa essere un motore di cambiamento culturale, oltre che organizzativo.
Il quadro da cui nasce la misura #RiParto è tutt’altro che semplice: secondo Istat, in Italia l’occupazione femminile precipita dal 73,9% al 53,9% quando arriva una figlia o un figlio sotto i sei anni. Il dato opposto si registra tra i padri, il cui tasso occupazionale cresce con l’aumentare dei figli. A questi squilibri si aggiungono la denatalità – con il record negativo del 2021, solo 399.431 nati – e l’“shecession”, l’ondata di recessione al femminile generata dalla pandemia.
La cura dei figli e della casa grava ancora in modo sproporzionato sulle donne: l’indice di asimmetria nelle coppie occupate è del 62,6%. In questo scenario, il welfare aziendale diventa una leva fondamentale non solo per sostenere le lavoratrici, ma per contrastare l’emorragia di talenti femminili dal mercato del lavoro.
A spiegare cosa rappresenta per Proges il bando #RiParto, è stata Francesca Corotti, vicepresidente Proges, che ha definito il welfare aziendale “un’opportunità, anche quando nasce come obbligo contrattuale”.
Corotti ha richiamato il contesto demografico e occupazionale: «Una donna su cinque abbandona il lavoro alla nascita del primo figlio o della prima figlia. Non è solo un problema di servizi insufficienti: è un nodo culturale. Le politiche di welfare devono liberare le energie femminili e allo stesso tempo rinnovare sistemi organizzativi oggi guidati da generazioni che faticano a lasciare spazio a giovani e donne».

Per Proges, che conta quasi il 90% di personale femminile, il progetto #RiParto è anche un modo per ribaltare lo sguardo: dal femminile come “fragilità da tutelare” al femminile come energia trasformativa per le organizzazioni.
Dalle politiche storiche di tutela della maternità (100% dello stipendio, part-time, flessibilità, sconti sui nidi) l’attenzione si è spostata su empowerment e crescita professionale. Percorsi come Ladies First o il lavoro per ottenere la recente certificazione di genere ne sono esempi.
«Riparto – ha aggiunto Corotti – ci permette di innovare servizi e cultura aziendale, valorizzare le giovani educatrici, ascoltare bisogni diversi tra chi rientra al lavoro e chi è in maternità. È un’occasione di coprogettazione e di cura del legame cooperativo».
Accanto alla dimensione organizzativa, è emersa con forza quella relazionale e psicologica del diventare madre. Laura Parenti, counsellor area Specialist educazione di Proges, ha illustrato le azioni sviluppate per accompagnare le lavoratrici nella gravidanza, nel post-partum e nei primi anni di vita dei figli.
«Le madri hanno bisogno prima di tutto di sentirsi viste, accolte, riconosciute. La maternità porta con sé un cambiamento profondo: occorre offrire spazi in cui non sentirsi sole o inadeguate», ha sottolineato Parenti.
Tra le proposte avviate:
- Spazio Maternage / Spazio Genitori-Bambini (0-3 anni): luoghi di socialità e confronto, preziosi soprattutto per le mamme senza una rete familiare vicina o con bimbi e bimbe che non frequentano il nido.
- Counseling individuale e di gruppo, sempre online per massima accessibilità: per esplorare temi come identità materna, passaggio da coppia a famiglia, gestione di più figli, crescita personale.
- Home visiting, doula e consulenza pedagogica: sostegno al domicilio con educatrici, pedagogiste e una doula per accompagnare nei primi mesi di vita del bambino o della bambina e nella riorganizzazione familiare.
- Psicologo aziendale: supporto dedicato al rientro al lavoro, per elaborare la ridefinizione dell’identità professionale dopo la nascita di una figlia o di un figlio.
La parola chiave è partecipazione. «Non caliamo dall’alto le proposte – ha spiegato Parenti – ma costruiamo con le lavoratrici temi, orari, modalità. Il valore del progetto è anche questo: aprire un dialogo reale».
Nel corso dell’incontro, anche Care Expert, Coopservice e Gulliver hanno raccontato servizi e sperimentazioni sviluppati nell’ambito di #RiParto, confermando la possibilità – e la responsabilità – delle imprese di farsi protagoniste di politiche di sistema.
L’obiettivo condiviso è creare un contesto lavorativo che non consideri la maternità un ostacolo, ma un momento di vita da sostenere con strumenti concreti: servizi educativi, flessibilità organizzativa, percorsi formativi, incentivi al rientro, supporto psicologico, progettualità condivise.
L’iniziativa ai Chiostri di San Pietro ha offerto una fotografia significativa: quando imprese, istituzioni e cooperazione dialogano, è possibile costruire risposte innovative a problemi che sembrano strutturali.
Il welfare aziendale, in questo senso, diventa un ponte tra benessere delle persone e sviluppo dei territori. Un investimento che riguarda non solo le madri, ma l’intera comunità.
Perché – come emerso con forza nel dibattito – sostenere una madre significa sostenere una bambina o un bambino, una famiglia, un’azienda, un paese. E contribuire a quella trasformazione culturale che è la condizione per ridurre davvero i divari e promuovere nuove possibilità di futuro.
Tatiana Cogo

