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Biricc@: l’importanza dell’inserimento lavorativo per persone fragili. Intervista a Roberta Ceci

Promuovere e sostenere l’inclusione sociale e l’autonomia di persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità: questa è la mission portata avanti da Biricc@, Cooperativa sociale di tipo B attiva da oltre vent’anni in tutta l’Emilia e in Lombardia. Una attività condotta rimanendo fedeli a quelli che ne rappresentano i valori fondanti, ovvero mutualità e solidarietà, strettamente correlati alla sfida di garantire qualità ed efficienza.

Perché l’inserimento lavorativo di soggetti “deboli” significa dare a queste persone una possibilità di integrazione, di confronto, di quotidianità sociale. Un lavoro dietro al quale vi sono grande preparazione, dedizione e capacità di comprendere necessità e situazioni.

Ne abbiamo parlato con Roberta Ceci, Responsabile personale, inserimenti lavorativi e sistemi integrati Biricc@.

Cosa significa fare inserimento lavorativo?

“In sintesi, vuol dire trovare un posto di lavoro adatto a persone con disabilità soprattutto dal punto di vista psichiatrico, facendo in modo di creare, al contempo, un ambiente sereno e accogliente che possa far sentire protetti. E questo non è per nulla semplice, spesso non possiamo dire ‘buona la prima’, ma ci vogliono più prove perché dall’altra parte dobbiamo preoccuparci di fornire un servizio di qualità alle aziende”.

Cosa intendi?

“In quanto cooperativa di tipo B, Biricc@ da una parte di occupa dell’inserimento lavorativo, dall’altra lo fa rispondendo alle necessità espresse dalle aziende secondo quanto previsto dall’art. 22 della Legge Regionale n. 17/2005, che regolamenta questa particolare forma d’inserimento al mercato del lavoro. L’azienda, attraverso il cosiddetto ‘collocamento mirato’, entra in contatto con noi che ci occupiamo di controllare i curriculum ed effettuare la selezione. Ecco perché dobbiamo sempre essere pronti a dare riscontro e soluzioni immediate, qualora il servizio offerto dovesse risultare scadente, ma anche tenere presenti le fragilità delle persone coinvolte”.

È previsto un supporto durante il periodo di lavoro?

“Il mio ruolo è quello di coordinare questi inserimenti, capire le persone che ho davanti e cercare di trovare il luogo migliore nel quale inserirle, a seconda delle esigenze di servizi richiesti. Ma è anche quello di supportare le persone stesse, insieme ad altri colleghi, e dare spazio a coloro che definiamo ‘utenti esperti”. Si tratta di utenti che presentano una patologia psichiatrica ma in grado di sostenere gli altri dando il proprio contributo”.

Che significato ha per queste persone poter entrare nel mondo del lavoro?

“Ha un significato assoluto. Il lavoro restituisce autonomia, dignità, una immagine di noi nel mondo e della propria identità. E il cambiamento è netto, soprattutto quando ci si accorge che è possibile vivere questa quotidianità, che ci si riesce a stare dentro confrontandosi con essa”.

Quanto è difficile fare selezione e inserimento?

“Noi vorremmo poter portare a termine tutti gli inserimenti, trovare una collocazione per chi ne ha bisogno, ma non sempre questo è possibile. Ogni caso è diverso e alcuni risultano più complessi di altri. Inoltre, si rivela di volta in volta più difficile riuscire a fare selezione, noto una presenza crescente di giovani con problematiche e disagi. E si tratta di una fascia di età in cui la patologia diventa ancora più importante. In queste situazioni, ovvero con i più giovani, procediamo con inserimenti sottoforma di tirocini, o progetti riabilitativi, all’interno del nostro servizio di lavanderia, che corrisponde al luogo più protetto poiché gestito direttamente da noi. Il tutto in accordo con l’Ausl”.

E Biricc@ cosa rappresenta per queste persone?

“Un nido, una protezione. Si creano legami, ci si sente accolti e capiti. La cooperativa di tipo B racchiude un micromondo nel quale poter essere compresi e aiutati”.

Chiara Marando

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