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Intervista – Giovanni Ghidini: “L’empatia come tendenza irrinunciabile nella cura della persona”

ProgesMag ha intervistato il dott. Giovanni Ghidini, psicomotricista  che negli ultimi anni ha deciso di portare la sua esperienza professionale all’interno delle RSA italiane attraverso lo sviluppo di percorsi formativi sul tema dell’empatia come via per l’umanizzazione delle cure.

 

In cosa consistono i corsi di formazione e a chi si rivolgono?

 

“Il percorso di formazione che tengo si rivolge a tutto il personale senza distinzione. L’intento è quello di co-formare una cultura che ha l’empatia come elemento irrinunciabile nella cura di una persona. L’empatia è uno stile che ti porta a fermarti un attimo, silenziando la frenesia che ti circonda, e a chiederti cosa prova l’altra persona. E quando lo faccio capisco bene cosa dire e cosa fare. L’empatia alimenta i livelli più alti della professionalità.”

 

Il corso di formazione, ci spiega il dott. Giovanni Ghidini, non vuole essere una collana di buone intenzioni ma vuole calarsi nei gesti quotidiani di un operatore. L’empatia si concretizzerà nel come assisto e curo una persona. Ci sono buone probabilità che la cultura dell’empatia si estenda anche alle relazioni tra gli operatori.

 

Cosa vuol dire lavorare con empatia in una struttura sanitaria?

 

“Gli artefici di una buona vita all’interno di una RSA sono gli operatori che si ispirano quotidianamente alla qualità. Essere empatici implica una attenzione all’anziano che va tenuta con costanza e coerenza con le proprie migliori intenzioni. Il punto di convergenza che si chiede agli operatori è quello di far vivere in modo dignitoso l’ultimo tratto di vita delle persone che ci sono affidate. Perché di questo si tratta. Ti viene affidata una vita. Assistere gli anziani è uno dei lavori più importanti della piramide sociale.”

 

“Empatia è anche per gli operatori un’occasione di coesione sociale e di valorizzazione di ogni lavoratore. L’arrivo in queste dimensioni di cura di persone che giungono da tante parti del mondo o con differenti background professionali porta ricchezza solo se condivisa. Credo che Proges possa essere un importante incubatore di cultura in questo contesto.”

 

Quali sono i feedback degli operatori che partecipano ai suoi corsi?

 

“Spesso vogliono andare avanti. Sentono di avere toccato un tasto che li fa sentire protagonisti, percepiscono la rilevanza sociale di essere persone che quotidianamente si mettono al servizio dell’altro, di essere persone in gamba, importanti. Con questi corsi mi auguro di formare soggetti che siano appassionati e sensibili.” FR

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