Vanessa Pallucchi è la portavoce del Forum Terzo Settore, il più importante ente di rappresentanza del Terzo Settore italiano.
ProgesMag l’ha intervistata per meglio conoscere le attività dell’Ente, le sue sfide presenti e future.
Cos’è il Forum Terzo Settore? Chi vi aderisce?
Il Forum Terzo Settore è il principale ente di rappresentanza del Terzo Settore italiano, riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e da poco ha assunto esso stesso la qualifica di Ente di Terzo Settore.
Nasce con l’obiettivo di diffondere i valori, promuovere e far parlare con una sola voce quel variegato mondo fatto di associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative e imprese sociali, impegnati, seppure con forme diverse, per un obiettivo comune: la costruzione di una società più inclusiva, equa e partecipata, lo sviluppo di un modello socio-economico più sano e sostenibile.
Il Forum svolge le sue funzioni in particolare verso i suoi soci, ovvero 100 organizzazioni nazionali (che a loro volta possono declinarsi in realtà regionali e territoriali) per un totale di oltre 158mila sedi territoriali.
Ma non si limita a una funzione di rappresentanza dei soggetti che vi aderiscono: lo scopo più ampio è valorizzare le pratiche di cittadinanza attiva e democrazia partecipata, le esperienze di inclusione, le pratiche di economia sociale che le persone realizzano organizzandosi autonomamente, dando sostanza al principio costituzionale della sussidiarietà.
Il Forum Terzo Settore ha nei suoi compiti “la rappresentanza sociale e politica nei confronti di Governo ed Istituzioni”. Quali sono gli ultimi tavoli ai quali hai partecipato, per portare quali istanze?
Uno dei nostri principali interlocutori istituzionali è il Ministero delle Politiche Sociali, con cui dialoghiamo e a cui portiamo le istanze del Terzo settore: tra le più recenti, c’è sicuramente il tema del rafforzamento delle misure di contrasto alla povertà, la richiesta di maggiori investimenti nel welfare, una politica migratoria lungimirante e che parta dal potenziamento della cooperazione allo sviluppo nei Paesi di origine dei migranti.
La scorsa estate, in occasione delle proposte di modifica del Pnrr da parte del Governo, abbiamo espresso al ministro per gli Affari Europei le nostre preoccupazioni per la riduzione di investimenti cruciali in ambiente e sociale, e abbiamo presentato le nostre proposte per un’attuazione efficace del Pnrr, in collaborazione con il Terzo settore.
Siamo inoltre parte del Consiglio Nazionale del Terzo Settore presso il Ministero del Lavoro e in particolare in questi mesi stiamo portando avanti un lavoro molto importante per rendere il più inclusiva possibile, eliminando inutili appesantimenti burocratici e fiscali, la riforma del Terzo settore. Stiamo sviluppando un dialogo importante anche con il Parlamento italiano e le istituzioni europee per far conoscere il Terzo settore e ottenere così normative adeguate alle sue caratteristiche e peculiarità.
Rimanendo al tema della rappresentanza, qual è il rapporto con altri soggetti “rappresentativi” coinvolti nel Terzo Settore quali Legacoop, Confcooperative, Alleanza delle cooperative?
Negli organi del Forum Terzo Settore ci sono numerosi esponenti delle compagini “sociali” (Legacoopsociali, Federsolidarietà-Confcooperative, AGCI Imprese sociali) di questi importanti soggetti rappresentativi, che contribuiscono, insieme a rappresentanti dell’associazionismo e del mondo del volontariato, alla definizione delle politiche e degli obiettivi che il Forum Terzo Settore porta avanti.
Quali sono le sfide più impellenti e decisive che attendono il Terzo Settore?
Credo che una delle sfide più importanti nei prossimi mesi sarà il progetto di autonomia differenziata: ha un potenziale veramente grande di cambiamento, ma è fondamentale che sia realizzata tenendo saldi i principi di unità del Paese e la volontà di contrastare e ridurre le disuguaglianze già esistenti. È una grande sfida per il Terzo settore, che è direttamente coinvolto e deve far sentire la propria voce, conoscendo i bisogni sociali delle persone e operando al loro fianco, sui territori, per garantirne i diritti.
Un’altra grande sfida è l’amministrazione condivisa, ovvero la collaborazione tra Terzo settore e pubbliche amministrazioni per realizzare le politiche pubbliche: oggi siamo nella condizione che la legge riconosce il nostro ruolo nella co-programmazione e nella co-progettazione, ma nei fatti questa buona pratica si realizza ben poco. E’ proprio l’amministrazione condivisa, però, la chiave per iniziare a elaborare strategie e mettere in campo misure efficaci per lo sviluppo del Paese, a maggior ragione in questa fase in cui la gestione del Pnrr rischia di tradursi in investimenti a pioggia, incapaci a produrre effetti durevoli sui territori.
Come vedi il Forum Terzo Settore tra dieci anni?
Ancora più affermato e riconosciuto nel suo ruolo da politica, istituzioni e società civile, ma anche generatore di innovazione su diversi campi come il welfare, i sistemi educativi, l’economia sociale. Penso che la caratteristica del Forum di rappresentare e tenere insieme realtà anche molto diverse tra loro, sia la leva principale per renderlo un vero e proprio laboratorio di idee.
Andrea Marsiletti