“Édith Piaf non è solo una straordinaria voce legata a un’epoca che ci piace ricordare con gli occhi trasognati. Lei rappresenta la forza comunicativa che il canto ha, soprattutto quando filtrato da un’anima capace di profondi sentimenti. Edith traduceva emozioni, interpretava e soprattutto raccontava delle storie, magari non sue, ma nelle quali sapeva entrare come protagonista incisiva e sensibile”.
Così Clelia Cicero, cantante e attrice, ha presentato una artista che ha fatto la storia della musica, in occasione del secondo incontro della rassegna promossa da Proges “Al femminile. Voci di donne tra musica, libertà e sapere”. Un momento inteso che l’ha vista protagonista con la sua voce, magistralmente accompagnata dalla chitarra manouche di Corrado Caruana, e che ha avuto il potere di creare un racconto suggestivo e profondo tra note musicali e parole.
Una “Première Etude sur Piaf” divertente e intensa, composta da una serie di brani molto diversi fra loro, scelti istintivamente, per non venire meno a una intento liberatorio, e accompagnati dalla freschezza di arrangiamenti originali in stile swing manouche. Uno spettacolo che ha girato teatri e locali d’Italia, Stati Uniti, Argentina, Svizzera, arrivando addirittura in Francia, terra natìa dove l’artista è ancora amatissima.
Una opportunità per entrare nel mondo di Édith Piaf, ovvero colei che ha usato come strumento per comunicare la sua voce, trasformando una vita difficile in un percorso potente capace di lasciare il segno.
“Ricanto le sue canzoni senza nessun tentativo d’imitazione, attraverso un rinnovamento musicale e la mia personalissima rappresentazione, augurandomi sia possibile comunicare al presente l’essenza di Édith Piaf e la contemporaneità della sua musica. – sottolinea la Cicero – La sua voce e il suo modo di interpretare erano un tutt’uno con la vita, era capace di narrare delle storie, di essere graffiante. Ecco, io desidero raccontare questa voce in grado di esprimere le tinte chiare e quelle scure dell’esistenza, senza mai risparmiarsi. Lo faccio unendo la mia competenza di attrice, recitando e cantando allo stesso tempo, così da far immergere in ciò che Edith esprimeva. Ecco perché durante il concerto mi soffermo, tra una canzone e l’altra, per descriverla attraverso pensieri scritti da me e ispirati da Édith”.
Brani come “La Foule”, un incontro inaspettato tra una giovane donna e un uomo nella folla, un gioco di sguardi e la folla che li separa un attimo dopo; “Non, je ne regrette rien”, il cui testo sembra essere un riassunto della vita di Edith, a cominciare dal titolo, ovvero “non rimpiango niente”; “Milord”, uno dei suoi brani più celebri, nonché dei più venduti; “Hymne a l’amour”, una delle canzoni più tristi scritte dalla cantautrice, che riporta la tragica situazione di molte coppie divise a causa della guerra.
“La vita di Édith è unica, non le ha risparmiato nulla, ma ha sempre avuto la forza di rialzarsi. Il mio desiderio è renderle omaggio, restituirle una parte di quella intensità e profondità di animo, di pensiero, di messaggio”.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
La rassegna “Al femminile. Voci di donne tra musica, libertà e sapere” continua con un ultimo appuntamento:
6 giugno
Margaret Mead: l’antropologia che cambia il mondo
Con Tifany Bernuzzi antropologa e docente di lettere Liceo Steam International Parma
Vita idee ed eredità dell’antropologa che ridefinì i concetti di genere e sessualità nella prima metà del Novecento, scoprendo la natura multiculturale del mondo in cui viviamo
Gli incontri si terranno presso la Sala Consiglio della sede Proges, in via Colorno 63, dalle ore 17:30 alle 19, e si concluderanno con un aperitivo
La rassegna è a cura della Presidenza di Proges.
Di Chiara Marando