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Un anno di “Essere all’altezza”

Un anno di Essere all’altezza, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Un anno di attività, iniziative e laboratori mirati al potenziamento dell’offerta di servizi educativi e di cura per la prima infanzia nei territori di nove i Comuni della provincia di Parma, ubicati in zona pedemontana e montana.

Un anno di cui si può tracciare non solo un bilancio, raccontandone peculiarità e percorso, ma anche delineare una futura evoluzione. Per farlo, abbiamo parlato con le due Community Manager del progetto, Sara Monserrat Lamanna e Silvia Cunegondi, figure primarie di raccordo tra enti, territorio e famiglie.

 

Sara Monserrat Lamanna e Silvia Cunegondi

Prima di tutto, all’interno del progetto Essere all’altezza, qual è il ruolo del community manager?

“Si tratta di un ruolo molto interessante e stimolante perché fatto di relazioni e contatti continui e quotidiani con i referenti dei servizi e degli Enti /Istituzioni dei territori coinvolti.  – spiega Silvia CunegondiIl mio in particolar modo è sul distretto Valli Taro e Ceno. Il progetto nasce per dare opportunità e rispondere ai bisogni emergenti, creando nuove iniziative e ottimizzando l’offerta per le famiglie con figli fascia 0/6 della nostra comunità. Tutto questo deriva proprio dalla relazione con il territorio stesso e con le sue risorse.

Il community manager rappresenta un collante che contribuisce al funzionamento della rete sociale, in particolar modo quella relativa alla prima infanzia e infanzia: ascolta il territorio, lo osserva e lo conosce”.

“Una figura di raccordo che ha il compito di cogliere e implementare lo scambio e il dialogo tra tutti i soggetti territoriali che ruotano attorno ai più piccoli e alle loro famiglie – aggiunge Sara Monserrat LamannaLavora per ascoltare i bisogni e promuovere una stretta collaborazione tra Comuni, enti locali e organizzazioni del terzo settore, favorendo la promozione, l’impatto delle iniziative e la partecipazione.

Come community manager mi occupo del Distretto Sud-Est, che comprende quattro Comuni partner del progetto: Lesignano de’ Bagni, Tizzano Val Parma, Corniglio e Neviano degli Arduini. In ogni nido abbiamo attivato laboratori e spazi genitori-bambini aperti anche ai non iscritti, incontri con esperti, momenti di confronto per genitori e “adulti di casa” e prolungamento dell’orario pomeridiano.

Inoltre – continua Sara – dall’avvio del progetto, il mio lavoro è stato quello di creare spazi di incontro a diversi livelli, istituzionali e non solo, al fine di raccogliere le necessità delle famiglie, individuare le risorse presenti e creare una mappatura del territorio in collaborazione con i Comuni, il Centro per le Famiglie e i Servizi Sociali del Distretto”.

Come si struttura il lavoro?

“Il Commuity Manager lavora in modo sistemico e integrato, facendo squadra con le altre figure del progetto ma anche con le risorse del territorio, tutti elementi centrali. Non è una attività individualizzata – specifica Silvia Cunegondi – ma in continuo divenire, basata su fattori sociali e costruita su stimoli costanti e creazione di nuovi processi sociali direttamente misurabili dalla comunità”.

Dopo un primo anno di progetto, quale bilancio puoi fare?

“Il bilancio di questo primo anno è positivo – racconta Sara Monserrat Lamanna la partecipazione è cresciuta e il progetto inizia a essere di riferimento sia per le famiglie sia per gli enti pubblici. Continueremo a promuovere l’accesso ai nidi, anche con formule di frequenza flessibili, a investire su momenti formativi rivolti alle comunità e consolidare le reti di collaborazione che si stanno creando, con l’auspicio che questo concorra a creare una nuova cultura dei servizi nei territori coinvolti in grado di proseguire anche dopo il progetto”.

“Per me è una grande soddisfazione osservare l’impatto positivo su famiglie e istituzioni, ma anche il fatto che il progetto sia capitato nel momento in cui il nostro territorio ne aveva più bisogno, ovvero dopo anni di spopolamento. Infine, sono molto contenta per quello che il percorso sta attivando: nuove prassi, nuovi processi, nuove azioni”, conclude Silvia Cunegondi.

Obbiettivi raggiunti e futuri?

Sara Monserrat Lamanna: “La mappatura che è derivata da questo primo anno permette di utilizzare le risorse di budget e di competenze del progetto per integrare e sostenere azioni in collaborazione con l’ente pubblico, anche in vista di richieste sempre più numerose, come azioni di home visiting e case management. In più, rende possibile offrire a tutte le famiglie occasioni di confronto legate alla genitorialità e un accesso flessibile ai nidi dei Comuni coinvolti”.

Silvia Cunegondi: “L’obiettivo raggiunto è sicuramente di aver portato, soprattutto in Alta Valle, (la parte più fragile perché scomoda in termini di distanza fisica ) nuovi servizi e attività rispondenti ai bisogni delle famiglie; aver portato alle famiglie con figli 0/6 anni nuovi strumenti educativi per sostenere e aiutare il loro ruolo genitoriale; aver supportato famiglie in difficoltà educativa; aver contribuito fattivamente allo sviluppo delle Politiche Educative del territorio ed essere stati riconosciuti come figure importanti in questo.

L’idea per il futuro, senza dubbio, è quella di ampliare il progetto così da renderlo ancora più un catalizzatore di processi e modelli sociali. Quanto realizzato deve restare patrimonio del territorio e spingere gli Enti e le Istituzioni a proseguire nella direzione tracciata”.   

Chiara Marando

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