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La certificazione Family Audit. Intervista a Francesca Corotti

La cooperativa Proges è certificata Family Audit.

Abbiamo intervistato Francesca Corotti, responsabile dell’Ufficio Soci e vicepresidente di Proges, per meglio comprendere il significato e le implicazioni della certificazione per le lavoratrici e i lavoratori della cooperativa.

Nei giorni scorsi si è riunito il tavolo permanente Family audit. Esattamente in cosa consiste la certificazione?

La certificazione Family Audit ha l’obiettivo di attivare e consolidare nelle organizzazioni tutti quei processi interni volti alla promozione del benessere lavorativo e al miglioramento del clima aziendale. Con una particolare attenzione alle attività che possono incidere sul difficile equilibrio tra i tempi di vita e di lavoro. E’ un obiettivo ambizioso che riguarda e coinvolge tutta la cooperativa e che per essere realizzato ha bisogno della messa in campo di diversi strumenti e funzioni aziendali.

Da quanto tempo la cooperativa è certificata Family Audit?

Proges si è approcciata alla certificazione nel 2012 su mandato del Consiglio di Amministrazione che ne ha sempre sostenuto i principi e il valore e a oggi siamo nella fase detta di “consolidamento”. È stato un percorso ricco e articolato, che ha attraversato vari step: inizialmente è stato fatto un lavoro di emersione e messa a sistema delle buone pratiche, poi progressivamente sono state introdotte nuove iniziative e punti di vista con cui affrontare il tema conciliazione, tanto che possiamo sostenere che il Family Audit è diventata una delle cornici in cui si inserisce il nostro sistema di welfare aziendale.

Infine, ma non da ultimo, abbiamo messo in rete altre società del gruppo coinvolgendole per quanto di competenza nelle iniziative, in un’ottica di welfare di rete e territoriale.

 

 

Cos’è il piano delle attività? Se una lavoratrice o un lavoratore volessero conoscerlo dove possono consultarlo?

Il piano delle attività è un documento di sintesi obbligatorio ai fini della certificazione in cui vengono descritte tutte le attività proposte raggruppandole per macro ambiti e campi di indagine. Per fare un esempio, nel macroambito “Organizzazione del lavoro – Orari e permessi” sono ricompresi il percorso formativo sulla cultura della conciliazione, lo strumento della flessibilità in entrata, uscita e pausa pranzo, lo smart working e la banca delle ore.

Il piano è consultabile sul sito della cooperativa “Io sono socio” nella pagina dedicata al Family Audit (leggi). In questo spazio si trovano anche altri documenti a disposizione di chi volesse approfondire l’argomento. Innanzitutto è presente un breve corso che descrive che cos’è la certificazione Family Audit, come nasce e come viene applicata in Proges.

Inoltre qui si trova la Guida pratica alla conciliazione, uno strumento articolato in due filoni principali. Il primo per condurre i soci all’utilizzo dei servizi, delle attività loro dedicate e all’esercizio dei propri diritti; il secondo mette in evidenza le attività di welfare riconducibili all’ambito della conciliazione e le buone pratiche applicate nei servizi. Riteniamo che la messa in rete delle conoscenze e delle buone pratiche sia un valore importante che unisce territori ed esperienze almeno apparentemente distanti tra loro.

 

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Cos’è il tavolo permanente Family Audit?

È un tavolo di lavoro, uno strumento dinamico e flessibile per poter essere rappresentativo di tutte le persone che sono presenti all’interno dell’organizzazione. Ne fanno parte lavoratrici e lavoratori che svolgono mansioni diverse in ambienti e territori differenti. Svolge una funzione propositiva su tutto ciò che riguarda la conciliazione e di supporto al referente interno nella realizzazione delle azioni Family Audit.

Chi partecipa al tavolo collabora all’implementazione del piano con suggerimenti, nuove idee e proposte. Inoltre negli ultimi anni si è fatto promotore di sondaggi e questionari per indagare l’efficacia e il gradimento delle azioni messe in campo. In questi giorni stiamo elaborando i dati dell’ultimo questionario somministrato e lo faremo attraverso il tavolo pensando che questo strumento porterà nuovi stimoli e suggestioni.

Anche il livello dell’indagine nel tempo si è arricchito di contenuti sempre più attuali, per esempio nell’ultimo questionario sono state inserite alcune domande riguardanti azioni e percezioni sulla parità di genere, come gli elementi di sostegno alla genitorialità, al benessere mentale e fisico, alla parità di opportunità formative, di carriera e salariali.

Quali azioni concrete?

Più di una, ad esempio è stato realizzato il progetto “Ladies First, il valore del femminile in azienda” per favorire la piena consapevolezza imprenditoriale e valoriale al femminile dentro le imprese. Un percorso di crescita e di consapevolezza di genere nella leadership, interpretato da dieci socie under 40 attive nella tecnostruttura. Progetto che ha vinto il Premio GED 2023 della 9° edizione del Premio innovatori responsabili promosso dalla Regione Emilia Romagna.

Il prossimo passo, nel 2024, sarà quello di dare concretezza a questo percorso con azioni mirate e prevedere una seconda edizione.

 

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Oltre a essere la vicepresidente della cooperativa, sei anche responsabile dell’Ufficio soci, come questa tua attività si incrocia con Family Audit?

La crescita della cooperativa e l’aumento della sua complessità organizzativa hanno reso necessario il potenziamento di un programma di politiche sociali che si sviluppa a partire dalle attività di welfare per raggiungere piena organicità e coerenza tra singole azioni e obiettivi strategici della cooperativa.

L’obiettivo è fornire un inquadramento coerente delle azioni proposte rispetto a tre driver tematici che rappresentano altrettanti principi e valori di riferimento della cooperativa che si possono sintetizzare in “Famiglia – vita – lavoro” che abbiamo espresso nel claim “prendiamoci cura di noi”; “Per un futuro sostenibile”, cioè diventiamo responsabili della nostra comunità e “Formarsi al cambiamento” cioè vivere e lavorare nel mondo di domani. Oltre alla partecipazione e alla mutualità che sono i fondamenti della cooperazione.

Come vedi gli obiettivi della certificazione si inseriscono in modo organico e trasversale nei nostri principi. Il miglioramento del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, del clima aziendale e del senso di appartenenza attraverso aiuti concreti partono dagli stessi principi. Senza dimenticare che tutto questo può incidere in modo significativo sulla diminuzione del turn over e sull’attrazione di nuovi talenti.

Prima della pandemia c’erano stati alcuni momenti d’incontro con i propri figli sul luogo di lavoro, credi si faranno ancora?

Sì, quella bellissima modalità d’incontro tra i lavoratori e le lavoratrici, le loro famiglie – i bambini e i ragazzi in particolare – e il luogo di lavoro, che come tu hai sottolineato, ha subito un arresto a causa della pandemia. Verrà riproposta quest’anno. La richiesta di ripristinarla è nata da alcuni territori ed è arrivata proprio nell’incontro del Tavolo, che lavorerà sulle linee guida per organizzare gli incontri. Credo potrà essere anche un modo diverso per conoscere i nuovi luoghi di lavoro della cooperativa.

 

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Qualche criticità?

Come dicevamo all’inizio per realizzare le attività è necessaria la messa in rete di tanti “pezzi” della cooperativa e comporre il puzzle non è sempre semplice. Questo sforzo però è sempre stato generativo di azioni positive nei confronti di lavoratrici e lavoratori e della cooperativa stessa. Ci costringe nel senso virtuoso del termine a pensare ai processi organizzativi sempre con uno sguardo rivolto alla conciliazione e al benessere organizzativo e ci ha consentito nel tempo un percorso di maturazione anche valoriale. Tanto che oggi siamo pronti per parlare di iniziative di wellbeing oltre che di welfare.

Andrea Marsiletti

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