Il magazine della cooperativa sociale Proges

L’Esperto in Supporto tra Pari valore aggiunto in una equipe multidisciplinare

La cooperativa sociale Proges è costantemente attenta alle nuove prospettive in ambito di riabilitazione e inclusione sociale: la presenza di un comitato-tecnico scientifico al suo interno garantisce la formazione continua e lo sviluppo di metodiche innovative utili a massimizzare la qualità dei propri servizi.

Nell’ambito delle proposte migliorative per il triennio 2022-2024 una delle mission più rilevanti è certamente l’inclusione della figura dell’Esperto in Supporto tra Pari all’interno del servizio di intervento intensivo-territoriale “Piano Urbano”. Un progetto storico sul territorio milanese che, in collaborazione con i centri psico-sociali cittadini, offre percorsi di riabilitazione territoriale domiciliare, prevalentemente individuale o di gruppo, per utenti con patologia psichiatrica grave, con particolare riguardo verso l’utenza più giovane.

Uno degli obiettivi cardine del progetto è di prevenire la cronicizzazione e agevolare i percorsi di de-istituzionalizzazione. A questo scopo ha sempre promosso associazionismo di pazienti, familiari e volontari con l’obiettivo di favorire il reale reinserimento nel tessuto cittadino.

Al fine di rafforzare e perseguire l’obiettivo è stata individuata la figura dell’ESP (Esperto in Supporto tra Pari). Il valore aggiunto di questa figura sarebbe infatti sostenuto da evidenze scientifiche che dimostrano esiti migliori in relazione agli aspetti clinici (impegno, sintomatologia, funzionamento, tassi di ammissione), soggettivi (speranza, controllo, azione, empowerment) e sociali (amicizie, connessione comunitaria) laddove il supporto tra pari viene rinforzato e adottato (Nice, 2015).

La figura dell’Esperto in Supporto tra Pari o “esperto per esperienza” si definisce come persona che abbia affrontato un percorso nei servizi di salute mentale e che abbia acquisito esperienza nella gestione della malattia, nel percorso di recovery e affrancamento da essa.

 

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Affinchè l’utente facilitatore possa inserirsi all’interno di un’equipe multidisciplinare e operare nei diversi contesti di riabilitazione psicosociale, ad esempio, con la costruzione di spazi dedicati all’ascolto, al confronto e/o al sostegno di altri utenti, e necessario frequenti un percorso formativo specifico.

In un periodo storico come quello in cui ci troviamo, caratterizzato da un progressivo impoverimento e arretramento di una salute mentale comunitaria, emerge l’esigenza di trovare nuove strategie per diversificare i percorsi di cura a favore di una presa in carico efficace che permetta di agevolare il lavoro multidisciplinare affinchè restituisca al cittadino un servizio di qualità. Un servizio all’interno del quale l’utente non debba sentirsi solamente un numero ma una persona ricca di valori e potenzialità, risorse da accogliere e valorizzare: solo così avranno la possibilità di reinserirsi nella società ed acquisire il ruolo di cittadino autosufficiente a tutti gli effetti.

Il progetto sperimentale, avviato nel 2022 da Proges, inizia con l’assunzione di tre esperti da inserire in organico e vuole dimostrare come la figura dell’E.S.P. possa rappresentare una risorsa all’interno delle equipe di lavoro, capace di agevolare i percorsi di recovery e di stimolare il cambiamento in quegli utenti che non hanno ancora raggiunto la motivazione necessaria per intraprendere un cambiamento significativo.

In una prima fase del progetto è previsto che l’esperto si inserisca dapprima all’interno delle equipe multidisciplinare, così da iniziare una conoscenza indiretta dell’utenza, del metodo di lavoro, dei colleghi e delle realtà territoriali, oltre che collaborare attivamente nella progettazione di attività settimanali. Solo in seguito e in modo graduale viene inserito all’interno di attività gruppali semplici, di tipo risocializzante. Non è al momento previstp un coinvolgimento per attività di natura individuale.

L’ESP inserito all’interno di un gruppo di lavoro può contribuire così in diverse circostanze. La sua presenza offre infatti un maggiore impatto empatico-relazionale “alla pari” che, nella nostra esperienza, ha umanizzato molti percorsi di cura. Nelle situazioni di nuove prese in carico, ad esempio, può favorire l’aggancio ai servizi, stimolare la creazione di un’alleanza terapeutica o supportare l’utente a sviluppare la motivazione intrinseca. In tal modo l’ESP va a svolgere una funzione non realizzabile dagli operatori: diventa una ‘prova vivente’ del possibile cambiamento e offre quella quota di speranza, non mutuabile dall’operatore ma soltanto da chi ha attraversato la malattia in prima persona.

Nell’ambito di un progetto terapeutico-riabilitativo in essere, supporta il lavoro degli operatori affiancandoli all’interno di gruppi risocializzanti, dove, attraverso la relazione e il confronto tra pari, può stimolare l’empowerment e la crescita personale, talvolta, anche in situazioni in cui l’operatore non riesce prontamente a inserirsi a causa del forte stigma auto-indotto.

Se adeguatamente formato e supportato l’ESP può condurre gruppi di auto-mutuo-aiuto o collaborare con gli specialisti nel processo di recupero dell’autostima, ad esempio.

I gruppi di ESP, nell’ambito del loro operato, sono costantemente seguiti e supportati da un supervisore con l’obiettivo di rafforzare la coesione di gruppo, agevolare la pianificazione del lavoro, valorizzare l’operato e prestare la propria disponibilità al confronto e problem-solving.

 

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E’ in corso d’opera una sperimentazione sull’impiego della suddetta figura nella relazione d’aiuto 1:1, attraverso un ingaggio semplice che prevede l’attivazione dell’ESP per specifici interventi strutturati in collaborazione con l’operatore che sostiene la presa in carico dell’utente. Questo nuovo approccio favorirebbe il lavoro integrato (per esempio supporta la corretta esecuzione dei processi di cura personale a seguito di un intervento strutturato) a fronte di un maggiore investimento delle figure specializzate verso interventi che richiedono un approccio intensivo con maggiore coinvolgimento. Alcuni impieghi possono prevedere il disbrigo di piccole commissioni, il supporto della cura e dell’igiene, l’esplorazione del proprio quartiere per favorirne la socializzazione etc.

L’esperienza acquisita nell’ultimo anno e l’impatto positivo riscontrato sulla qualità del servizio sostengono l’impegno di Proges nella promozione di questa importante figura, affinchè riesca a trovare una dimensione stabile nella realtà attuale dei servizi per la salute mentale.

Nel 2024 la cooperativa si attiverà in prima linea proponendo una co-progettazione con gli enti territoriali per l’organizzazione di nuovi corsi dedicati alla formazione degli ESP che da diverso tempo hanno assistito a una battuta d’arresto.

A. Perillo, Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, Comitato Tecnico-Scientifico Area Inclusione, Direttivo WAPR
F. Massarotto, Responsabile Territoriale Area Salute Mentale
M. Polizzi, Business Area Manager Inclusione

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