Il magazine della cooperativa sociale Proges

Pedagogia scolastica e habitat educativo

«La scuola deve guidare ciascuno e ciascuna al conseguimento del proprio profondo essere» (R. Mantegazza)

Proges ha investito in modo pluriennale in Progetti e Servizi a contrasto della dispersione scolastica e a promozione del benessere e dell’orientamento scolastico.

L’impegno si rinnova e potenzia nel territorio di Parma: a ottobre 2023 ha preso avvio un nuovo biennio di affidamento dal Comune di Parma dei servizi educativi, orientativi, formativi, informativi, di mediazione culturale e facilitazione linguistica, evoluzione dei Progetti ‘Teseo: promuovere il benessere a scuola’ e ‘Scuole e culture del mondo’. I servizi coinvolgono tutti gli Istituti Comprensivi della città, 13 scuole per un totale di oltre 12.000 studenti potenziali.

Oltre quindi al servizio di integrazione scolastica già attivo, l’area educativa scolastica comprende diversificate tipologie di intervento e dinamiche competenze di carattere educativo: gli sportelli di ascolto nelle scuole secondarie di primo grado, le azioni di orientamento nelle transizioni tra gradi scolastici, i laboratori espressivi e socio-emotivi, le equipe multi-disciplinari composte da educatore scolastico per la promozione del benessere, psico-pedagogista, mediatore culturale e facilitatore linguistico con annessi interventi in contesto scolastico.

Alcune azioni maturano dentro la scuola per poi debordare tra scuola e territorio al fine di favorire l’integrazione degli alunni con background migratorio e delle loro famiglie, azioni che coinvolgono tutte le scuole del primo ciclo di istruzione del Comune di Parma e di dieci Comuni della provincia, per un totale di 22 Istituti comprensivi, come gli spazi di orientamento per alunni e famiglie NAI (neo arrivati), la formazione e consulenza agli insegnanti.

 

Le priorità per l’infanzia e l’adolescenza: una riflessione nella cooperativa (di Sara Manzini)

 

Martedì 10 ottobre presso la sede Proges è stata aperta l’annualità scolastica 2023/24 con un incontro plenario che ha coinvolto tutti gli educatori, psico-pedagogisti e facilitatori coinvolti, la coordinatrice di Proges e i tecnici referenti e responsabili per il Comune di Parma – Settore educativo – S.O. Servizi per la scuola e LED Laboratorio energie educative didattiche.

Il progetto è stato sempre approcciato con il metodo “riflessivo” per cui ogni azione, ogni esperienza sono diventati parti composite di un lavoro non solo tecnico ma soprattutto culturale che di seguito enucleiamo in modo sintetico e che aspiriamo di portare a valore in una disamina comune con il territorio.

Scuola, comunità e società

La vision cooperativa che direziona la pluralità di interventi è tesa a nutrire una care school che costruisce una care city, rinnovando continuamente l’invito a immaginare un nuovo “I Care” di don Milani (di cui nel 2023 si ricorda il centenario): la scuola è pensata come Comunità di ricerca e di senso (Ivo Lizzola), come habitat ad alta intensità educativa di crescita dell’umano e di incontro con le storie e le diversità che animano tutti; ogni atto educativo svela un’idea di mondo/società, un’idea di uomo, il tempo della scuola è il tempo del sapere, inteso come modo di coltivare la vita e posizionarsi nel mondo, ma è anche il tempo in cui si costruisce il senso di comunità.

L’esperienza sviluppata nel contesto scolastico, in un ventennio di progressiva messa a sistema degli interventi nell’offerta pubblica, ci restituisce il valore della funzione educativa ma anche della funzione sociale della scuola: il tempo scuola come tempo democratico, di lavoro sull’inclusione a contrasto delle forme di svantaggio sociale, come tempo incline a riconoscere e valorizzare la cooperazione tra pari e intergenerazionale, come ambiente che decostruisce logiche competitive per dare forma alla vita comune e alla cittadinanza, che custodisce e promuovere il divenire possibile di ognuno.

Ci è cara l’idea di una scuola devota per la crescita umanistica, essere presenti nelle scuole, intese come strumento per l’eguaglianza formativa e la stagionatura delle virtù per la vita comune, significa essere disponibili ad andare oltre l’istituito dando fermento alla potenza dell’esperienza scolastica: è un esercizio re-immaginativo dell’habitat educativo scolastico in divenire e un esercizio culturale di dedizione alla chiamata democratica della scuola per valorizzare le vocazioni di ogni ragazzo/a, per accompagnare alla libertà generativa, creativa e responsabile al tempo stesso, per sostenere atmosfere scolastiche e qualità relazionali che mediano l’evento educativo e di apprendimento, per accogliere l’inedito dei percorsi di crescita dei ragazzi.

La continuità di impegno nell’educativa scolastica permette alla cooperativa un costante zoom sui bisogni di bambini/ragazzi e della comunità educante adulta. Questa decodifica dei bisogni è contenuto di ricerca per la cooperativa e di collaborazione con la Città, come città educante, che si concretizza nella tessitura di reti inter-istituzionali, di sinergie progettuali con altri enti di Terzo settore, di gruppi di lavoro con l’Università, nella co-progettazione con l’Ente Pubblico Comune (settore educativo e sociale) dentro il reciproco riconoscimento di competenze; non di meno centrale la costante e quotidiana costruzione con i docenti e il sistema scuola.

Le aree e i temi di lavoro a sostegno di una pedagogia scolastica e umanista

Si individuano alcune aree di lavoro oggi a tema e che rappresentano campi di progettazione.

Una prima area di riflessione è quella del ri-orientamento e delle transizioni nel biennio della scuola secondaria di secondo grado, quindi il sostegno ai ragazzi fuoriusciti dal percorso formativo istituzionale: lo svantaggio derivante dall’early leaving from education and training – ELET (abbandono precoce dell’istruzione e della formazione) amplia i rischi di devianza, di drop out, di deprivazione delle esperienze e relazioni di crescita, incide sulla minore occupabilità. Quest’area di bisogno indica una direzione di lavoro: strutturare dispositivi (luoghi, proposte, tutoring) che collegano scuola e territorio, scuola e mondo del lavoro garantendo il diritto dei minori a restare in una condizione educativa e di formazione, una scuola anche fuori da scuola, con la comunità educante.

Un altro object oggi particolarmente attenzionato è quella dell’educazione e cura emotiva: si può dire che «si è capaci di attivare una buona azione educativa quando si sa nutrire la relazione di cura di sentimenti sani, vitali» (Held) ma al contempo occorre famigliarizzare con le emozioni difficili, con le disarmonie emotive, con il dolore, con gli inciampi, con il senso dell’attesa, con le forme di perdita, con i limiti: l’adulto educante non silenzia le emozioni disturbanti ma le ascolta, legittima, aiuta a dare senso ai contenuti emotivi e alle fragilità veicolate, le ingaggia e le rende attenzione della relazione educativa.

Per Proges oggi questo campo di lavoro, accanto alla gestione di servizi, significa anche sviluppare e qualificare il concept di pedagogia scolastica, come area di ricerca interna alla cooperativa, approfondendo le culture pedagogiche scolastiche, rafforzando il contributo del sapere e della competenza pedagogico-educativa nella scuola, suscitando e validando modelli di lavoro a servizio del territorio.

 

Il Vescovo di Piacenza Cevalotto inaugura la trattoria “I pé sutt al tavul” nella CRA di Borgonovo

 

L’educazione è un atto politico e culturale di crescita sociale e la scuola ne è un habitat elettivo, esserci come Proges è un’opportunità per essere cultori dell’umano in una prospettiva di crescita in umanità e di cura del diventare prima di tutto soggetti.

Tutti i professionisti impegnanti sono allestitori della scuola e il suo corpo docente, quale contesto esperienziale e relazionale che può essere dotato di sensibilità e intelligenza educativa: ci sentiamo costruttori di cantieri educativi intergenerazionali, richiamando l’idea di laboriosità del cantiere, ma anche di sentieri quali tracciati poco segnati, talvolta sporgenti, stretti e di terra battuta, che segnalano la volontà di aprirsi a nuove rappresentazioni dei bisogni e dell’azione educativa protesa come un ‘attendamento’: «Educare è un “attendamento” in cui si pratica e si immagina un futuro buono e abitabile.  In una scuola c’è sempre un traboccamento verso il futuro. Correlare politica e educazione significa porre al centro la questione generazionale, di responsabilità verso il futuro. Educare è sempre accompagnare ad aprire un futuro possibile, nel quale saper scegliere tra possibile e possibile… La catastrofe educativa è l’incapacità profonda di assumere questa prospettiva» (Ivo Lizzola).

Sara Manzini
Progettazione e ricerca Proges

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