Il magazine della cooperativa sociale Proges

“Progetto Valore – qualifica OSS”: la formazione come fidelizzazione e reputazione della cooperativa

Reclutare personale qualificato è oggi diventato un problema endemico e riguarda tutti i gestori dei servizi socio-sanitari pubblici e privati.

I motivi sono diversi e riconducibili in parte anche alle difficoltà e agli strascichi derivanti dalla recente pandemia.

Di fronte a questo contesto Proges ha cercato di reagire, avviando un percorso innovativo di riqualifica del personale già in forza e privo della qualifica di OSS, necessario per garantire standard di qualità che si traducono in maggiori cura e attenzione verso gli ospiti nei servizi agli anziani.

 

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Cosa prevede il progetto?

Lo spiega Cristiana Brianti (nella foto sotto), staff del Local Back Office della Zona 1 e Zona 2: “Attualmente chi è già lavoratore senza titolo per raggiungere la qualifica di OSS dovrebbe frequentare presso un ente formativo un corso di 1.000 ore tra aula e stage, e sostenere a suo carico la spesa di circa 3.000 euro. Inoltre, dato l’impegno, di fatto gli sarebbe impedito di svolgere in contemporanea una qualsiasi attività lavorativa.

La normativa sui servizi socio-sanitari consente l’inserimento di una percentuale residuale di lavoratori senza qualifica e proprio su questi, presenti nei nostri servizi, ci siamo concentrati per offrire loro un’importante opportunità. In raccordo con i coordinatori di alcuni servizi (Paola Basoni del distretto Sud-Est, Monica Monteverdi del distretto di Fidenza, Assunta Vinci del Sad di Parma, Caterina Altieri della CRA Peracchi, Massimiliano Ilari dei Gruppi Appartamento disabili di Parma, Elisabetta Scagnelli della CRA di Monchio e Cristina Albertelli della CRA Villa Negri di Noceto), che ringrazio per la collaborazione, abbiamo selezionato un gruppo di 20 operatori che hanno aderito al progetto denominato ‘Progetto Valore – qualifica OSS’.”

 

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In cosa consiste il progetto?

Esso prevede una formazione di 220 ore in aula con cadenza settimanale (8 h ogni venerdì) e 80 ore di stage di due settimane. Il corso è completamente gratuito e consente la possibilità di proseguire la propria attività lavorativa e, durante lo stage (sempre all’interno del circuito Proges), i frequentanti riceveranno un voucher. Il corso inizierà il 22 settembre e si prevede la sua conclusione ad aprile 2024, con il raggiungimento della qualifica entro il mese di maggio. E’ un percorso molto impegnativo ma portatore di molti elementi di innovazione.

“Per realizzare tutto ciò Proges ha ricercato partner qualificati per intercettare alcuni finanziamenti e ha trovato in Seneca Impresa Sociale, ente di formazione con il quale già collabora su alcuni progetti educativi, e JOB, agenzia per il lavoro, i partner ideali che ringraziamo per aver creduto fortemente in questo progetto” continua Brianti. “Alla formazione partecipano diversi esperti in assistenza e nella cura in ambito socio-sanitario, molti dei quali sono coordinatori e dipendenti di Proges nelle sue diverse aree (educativa e socio-sanitaria), che porteranno un sapere e una conoscenza non solo teorici ma anche pratici e aderenti al modello di servizio della nostra organizzazione. In questo è stato prezioso il supporto di Sandra Lepidi dell’ufficio Formazione di Proges.”

 

 

Qual è il valore aggiunto del progetto?

“Crediamo che siano diversi i fattori da mettere in evidenza: la totale gratuità del percorso per il dipendente; svolgere un’attività lavorativa (nello stesso servizio) e contemporaneamente formarsi; ricevere un voucher nel corso dello stage (normalmente questo non avviene e lo stage interrompe l’attività lavorativa, qualora vi sia)” conclude Branti. “Al termine del corso, raggiunta la qualifica, Proges riconoscerà agli operatori coinvolti un inquadramento contrattuale di due livelli superiore a quello di partenza. E da ultimo, ma crediamo sia la premessa che regge tutto l’impianto, si tratta di uno dei possibili modi con i quali invertire la tendenza relativa alla carenza di personale qualificato, investendo sui propri dipendenti e offrendo loro opportunità che in altro modo sarebbero impedite. Si tratta, insomma, di creare percorsi di fidelizzazione e allo stesso tempo di reputazione esterna della cooperativa.” AM

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